Vincere il bullismo si può! Il testo di Marco Sentieri Billy blu ce lo insegna

La musica con il suo forte potere evocativo può educare, a volte  anche senza neanche accorgercene, il suo messaggio può arrivare più lontano di altre forme di comunicazione.  Ragion per cui utilizzare questo potente motore di comunicazione può risultare tanto efficace per trasmettere valori positivi ai bambini, agli adolescenti e perché no anche agli adulti.

Nel caso della canzone Billy blu, presentata a Sanremo 2020 dal cantante  appartenente alla categoria delle nuove proposte, Marco Sentieri, il testo affronta la tematica del bullismo in maniera eccellente, senza troppi giri di parole, andando dritto al punto, in maniera efficace, per tutti coloro che l’ascoltano. Nello specifico la canzone vuole raccontare alcuni degli episodi di bullismo subiti da un ragazzino, che veniva chiamato Billy Blue dai suoi stessi bulli, in particolare da un ragazzino che lo prendeva in giro, arrivando ad aggredirlo perfino fisicamente. Ad un certo punto una digressione sposta in avanti il racconto, che si proietta tanti anni dopo; qui emerge un’immagine sovvertita, in quanto il bullo non è più l’uomo prepotente che era stato da ragazzo ma è un uomo fallito e a salvarlo, dal suo momento di disperazione, è proprio Billy Blu, cresciuto a sua volta e che non porta rancore verso il suo ex bullo.
Il messaggio educativo che questa canzone ci vuol trasmettere è evidente, dal bullismo si può vincere e ci si può riscattare. Bisogna solo trovare la forza di parlarne e denunciare i propri aguzzini, ma ciò non implica provare rancore con quest’ultimi, ma superare il dolore avendo la forza di perdonare. Il perdono ci permette di andare avanti, il che non significa dimenticare facendo finta che non sia mai successo, significa piuttosto credere che dal dolore si può trarre una lezione quale da consentirci di crescere e fortificare.

La scuola e la famiglia in quanto prime agenzie educative posso far molto a riguardo.


La scuola, gioca un ruolo essenziale, in quanto deve monitorare affinché eventi simili non si verifichino più. Essenziale è quindi la prevenzione primaria a cui insegnanti, educatori e genitori devono provvedere per limitare quanto più possibile il fenomeno. Bisogna educare i nostri bambini e adolescenti alla gentilezza e all’empatia. Aiutarli a fidarsi del prossimo, a re-indirizzarli verso valori positivi, qual è il senso dell’amicizia, dell’inclusione e della comprensione.

Inoltre, la canzone ci insegna pure che la famiglia può fare molto a riguardo, sia dal punto di vista del bullo che della vittima. Il testo, infatti, si conclude con una riflessione sul ruolo della famiglia, che nel caso dei genitori del bullo, anziché riempirlo di attenzioni, dovrebbero, all’occorenza, dare anche dare anche «due schiaffi d’amore» citando la stessa canzone.  Non bisogna però fraintendere tale citazione, in quanto gli schiaffi a cui si allude sono solo figurati, poiché rimandano all’idea che i genitori ormai sempre più permissivi debbano re-imparare a utilizzare i sani rimproveri, quelli che aiutano a crescere imparando dagli errori. Educare, in quanto genitori, implica recuperare l’autorevolezza del ruolo, significa imporsi come guida giusta nel mondo; una guida valoriale ed etica. Trasmettere valori buoni, infatti, è il primo passo a cui i genitori devono tendere per orientarli nella vita. 

Il consiglio che mi sento di darvi è quello di ascoltare attentamente il testo posto in basso, per chi non lo conoscesse. Inoltre il mio invito è questo: fatelo ascoltare ai vostri alunni, figli, nipoti e lasciatevi ispirare dalla musica che educa.