Nell’ultimo periodo abbiamo sentito sempre più parlare del fenomeno di body shaming, che sta letteralmente ad indicare l’atto di deridere una persona per il suo aspetto fisico.
Ciò si verifica quando il carattere fisico di una persona viene colpito e deriso perché considerato non “conforme” ai canoni estetici che la cultura, oggi, ci impone, e non ha importanza che sia effettivamente anormale o dannoso per la salute, o semplicemente diverso dalla presunta “forma fisica perfetta”, né che la vittima abbia la possibilità di modificarlo o no.
Non è quindi sbagliato riferirsi al body shaming come un vero e proprio atto di bullismo, che produce gravi ripercussioni psicologiche nelle vittime. Infatti chi viene deriso del proprio corpo perde la fiducia in sé, venendo a mancare una solida base per il consolidarsi della propria identità. La vittima viene indotta ad autocolpevolizzarsi per il suo corpo “sbagliato” fino a provare vergogna per ciò che è; una vergogna che nella maggior parte dei casi riduce l’autostima e può portare a malattie quali disturbi alimentari, ansia e depressione.
Ognuno di noi nella propria vita si è almeno una volta sentito sbagliato, un pò tutti in fondo abbiamo desiderato di essere diversi per essere accettati dai pari ed essere conformi ad un modello culturale e sociale che a scapito della cura dell’anima assegna il primato alla cura estetica, per ottenere una forma fisica perfetta o quantomeno simile agli standard delle immagini postate nei diversi social media.
Il mondo dell’educazione, però, deve e può fare qualcosa affinché si crescano bambini e bambine consapevoli di sé e del proprio corpo, un corpo che non deve essere più inteso come gabbia ma come luogo che accoglie ciò che siamo veramente.
Perché noi non siamo soltanto un contenitore, siamo contenuto ed essenza ed è quella che dobbiamo valorizzare e nutrire.
Si può educare al rispetto del corpo fin da piccoli e ciò che noi adulti diciamo e facciamo può influire positivamente o negativamente nella crescita dei bambini.
Ad esempio, bisognerebbe evitare giudizi sul corpo dei bambini, come sei troppo grasso/a o alto/a; o ancora frasi del tipo “sei carina…se solo fossi più magra”.
É da queste piccole considerazioni che instilliamo nella loro mente la mania di un modello di perfezioni a cui auspicare. Piuttosto si può sensibilizzare i bambini al rispetto del proprio corpo e di quello degli altri bimbi. Come? Attraverso le letture, che sono un modo divertente e spesso inconsapevole per insegnare e trasmettere valori, specie se parliamo di temi delicati come quello del rispetto del proprio corpo e di quello degli altri.
Ciò che vi consiglio e che reputo un libro davvero interessante per portare all’attenzione dei bambini/e la complessità dei disturbi alimentari e della cura del corpo, è l’albo illustrato “Sei bellissima ” scritto da Janna Carioli, autrice de la Melevisione, e illustrato da Vittoria Facchini.
Nel libro viene raccontata la storia di Lea, una bambina che come tutti ha un’ombra, solo che l’ombra di Lea sembra sfidarla di continuo ad essere sempre diversa da come è: prima le fa venire voglia di essere leggera e sottile, poi di essere rotonda e morbida e poi di nuovo leggera come l’aria. L’ombra non le dà pace e Lea soffre, fino a quando, nutrendo l’anima di amore e amicizia, potrà vedersi finalmente bellissima.
Janna Carioli e Vittoria Facchini raccontano insieme, con cura e sensibilità disarmante, una storia che è quella di tantissime, troppe bambine (ma non solo). Un libro che riesce a parlare di disturbi alimentari in maniera delicata e semplice rispettando però tutta la complessità del tema. Disturbi che celano un dolore profondo che troppo spesso viene innescato, al giorno d’oggi, da una società che idealizza la bellezza magra, la perfezione e la forma più che la sostanza.
Lea, la protagonista, incarna tutte le paure, tutte le difficoltà e quel senso profondo di inadeguatezza che caratterizza spesso la vita di tanti nostri ragazzi e adolescenti.
Un bellissimo testo adatto anche per i piccolissimi!