Questo mese all’interno della rubrica libri che educano mi rivolgo soprattutto ai bambini, proponendo la lettura di due bellissimi albi illustrati.
Il primo albo di cui voglio parlarvi è Pezzettino di Leo Lionni, autore ampiamente conosciuto per il suo stile unico e vario. La storia di Pezzettino è da considerarsi come un viaggio, ma non come quelli che siamo abituati a sentire, come quelli alla ricerca di terre sperdute, ma si tratta di un viaggio alla ricerca di sé stesso. Infatti, fin dall’inizio della storia, Lionni utilizza sapientemente la grafica delle pagine per sottolineare il profondo sentimento di insicurezza ed inferiorità che prova Pezzettino nei confronti degli altri; attorno a lui non c’è nessuno ed unico compagno del suo flusso di pensieri è un paesaggio desolato ed immerso nel silenzio.
L’insicurezza di Pezzettino, infatti, si trasforma in certezza dell’essere qualcosa di incompleto o, quasi più certamente, il pezzo mancante di qualcuno più grande di lui.
E proprio da questa triste considerazione che inizia il suo viaggio verso la ricerca di sé e del suo pezzo mancante.
Durante il suo lungo cammino, Pezzettino si imbatte per primo in Quello-Che Corre, un essere alto e snello:
«Scusa…», chiese allora a Quello-Che-Corre,
«Per caso sono un tuo pezzettino?»
«Come potrei correre se mi mancasse un pezzetto?»
rispose Quello-Che-Corre piuttosto sorpreso.
Decide quindi di rimettersi in marcia e, poco più in là, ecco apparire Quello–Forte. Con timidezza, ripete la domanda anche a lui, ma la risposta non cambia: «Potrei essere così forte se mi mancasse un pezzetto?».
Pezzettino non si perde d’animo e prosegue la sua ricerca, senza sosta, convinto che il suo tutto sia là fuori, da qualche parte. Ma nessuno sembra aver perso nulla, né Quello-Che-Nuota, né Quello-Che-Vive-Sulle-Montagne e nemmeno Quello-Che-Vola. Affranto, giunge alla grotta dove vive Quello-Saggio, con la speranza che almeno lui possa aiutarlo. Seguendo i consigli di Quello-Saggio, Pezzettino è pronto a perseverare, spingendosi fino alla remota isola Chi-Sono per scoprire ciò che veramente è lui.
L’isola Chi-Sono è avvolta dal silenzio, è un luogo inospitale dove il pericolo si nasconde dietro l’angolo, tanto che Pezzettino mentre continua a camminare a fatica finisce per inciampare e, all’improvviso, cadendo, si rompe in tanti pezzetti. Quello che poteva diventare nient’altro se non il triste epilogo dell’intero viaggio, si trasforma invece in un momento di rivelazione: anche lui, come tutti, era fatto di tanti pezzettini! Finalmente sollevato e consapevole della propria unicità, si ricompone e si rimette in viaggio per far ritorno a casa, dove tutti i suoi amici lo stanno aspettando e gridando felicemente al mondo:
Io sono me stesso!
Un albo con un finale magico e allegro perché dopo un lungo viaggio alla ricerca di sé si arriva alla conclusione che l’essere bambini, o l’essere uomo o donna significa essere sé stessi nella propria unicità e irripetibilità.
Un libro che apre la mente e il cuore dei bambini e che soprattutto spinge ad amarsi ed accettarsi sempre per quello che si è. Tanti valori emergono dalla lettura e tanto si può fare per accompagnare la lettura con attività pensate per i bambini che fin da piccolissimi iniziano a mettere insieme i mattoni della loro personalità.
L’altro albo di cui voglio parlarvi è Rosso di Micheal Hall, e anche questo ha come filo narrante della storia la ricerca del sé e dell’essere ciò che gli altri si aspettano da noi.
Il protagonista di questo albo illustrato è un pastello a cera blu e più nello specifico un pastello a cera blu avvolto in una etichetta rossa. Un’etichetta rossa con scritto Rosso proprio al centro. La voce narrante è una matita, e l’ambientazione di tutta la storia è un astuccio ben fornito. La didascalia appiccicosa “Rosso”, scritta proprio attorno al suo “corpo”, non creava dubbi: Rosso doveva essere e, soprattutto, comportarsi come un pastello a cera rosso. Perché è quello che gli altri si aspettavano da lui, che la società si aspettava da lui. E se non ci sarebbe riuscito sicuramente era lui ad essere sbagliato. Rosso, però, per quanto si sforzasse, continuava a colorare di blu. A scuola un suo compagno, il pastello Scarlatto, decise di prendersene cura e gli insegnargli come disegnare e colorare cinque belle fragole rosse, ma Rosso non ci riuscì. Sua mamma Verde Oliva credeva dipendesse dal fatto che non si era mai mischiato con altri colori, i sui nonni – Argento e Grigio – diedero la colpa al riscaldamento. E presto tutti i membri dell’astuccio, sbigottiti e scandalizzati, cercarono disperatamente una soluzione “normalizzatrice”. Ci vorrà l’intervento dell’intelligente pastello Prugna a dare una svolta alla vicenda con la sua semplice soluzione: assecondare l’indole di Rosso. Perché se sei blu ti ostini a disegnare fragole? Puoi colorare delle bellissime campanule! E non sprecare tempo a colorare volpi, ma esercitati con le balene, con i mari, con i cieli.
Penso che anche Rosso sia un albo dal forze valore educativo perché spinge i bambini, fin da piccoli, ad essere sé stessi sempre e a non conformarsi agli altri, perché il confronto con la diversità porta con sé ricchezza.
Infatti, tutta la storia è una grande metafora che così raccontata può arrivare anche ai più piccoli, offrendo loro nuovi punti di vista e nuove visioni sulle convenzioni, sui pregiudizi e non solo. Può far riflettere sui processi d’accettazione di sé e sulla consapevolezza della propria forza, unicità e originalità. Perché a tutti prima o poi capiterà di avere appiccicato alla schiena una fastidiosa etichetta sbagliata.
Buona lettura!