Letture del mese di Giugno


Giugno è il mese ideale per parlare di un modello di scuola all’aperto, alternativo e sicuro, mi riferisco alla scuola nel bosco.
Nell’articolo voglio proporvi due letture che approfondiscono il tema delle scuole all’aperto, di come organizzarle e dei benefici che queste offrono ai bambini e agli operatori.
Un tema che può essere utile in vista di una possibile riorganizzazione degli spazi e degli ambienti didattici dopo il diffondersi del virus da Covid-19 che ha costretto ad un’interruzione quasi totale della didattica e della scuola.

Il primo testo di cui vi parlerò è “La scuola nel bosco. Pedagogia, didattica e natura” scritto nel 2015 da Schenetti, Salvaterra e Rossini.

Nello specifico gli autori dopo un Breve excursus storico delle esperienze di scuola nel bosco in Europa descrivono gli obiettivi pedagogici di questa metodologia outdoor, che parte dalla natura e dall’esperienza per educare le nuove generazioni che oggi, sempre più spesso, vivono, apprendono e giocano in contesti chiusi e ambienti poco stimolanti. Il loro scopo è quello di mostrare tramite la ricerca condotta col progetto “La scuola nel bosco” di villa Chigi a Bologna i benefici che bambini e adulti riscontrano nel vivere esperienze educative in  natura. Secondo gli autori, infatti, il bisogno di natura è un bisogno che accomuna tutti, adulti e  bambini e quindi riscoprire lo stupore suscitato dallo stare all’aperto implica riconettersi alla relazione col naturale per dar vita ad una nuova comunità educante ed ecologica. 

L’idea che sottende la scuola nel bosco è la creazione di un’unica grande aula aperta alla natura, che segua i principi pedagogici delle metodologie di outdoor education, ossia:

il rispetto per la natura e per l’ambiente,

– la creazione di coscienze critiche e responsabili.

Un’educazione naturale che può fornire molteplici contributi non solo ai bambini ma anche alla professionalità educativa, poiché costringe l’educatore a considerare una nuova idea più sostenibile di tempo, in quanto vengono privilegiati i tempi lenti nella relazione educativa e una maggiore attenzione alla dimensione della cura, che deve essere rispettosa dei tempi naturali e diversificati dell’apprendimento dei bambini.


Altro libro interessante dal punto di vista dell’organizzazione dello spazio e delle attività da svolgere all’aperto è il testo di Paola Tonelli “Usciamo all’aperto. Portare i bambini  di 0/6 anni a contatto con la natura e le sue meraviglie anche in città“.


Il suo lavoro osservativo-documentativo vuole essere un invito ad utilizzare al massimo gli spazi aperti di scuole e nidi affinché questi possano essere riscoperti dai bambini, che oggi purtroppo sono sempre più sono costretti a vivere in spazi chiusi e a considerare lo spazio aperto, come luogo in continuità con il “dentro aula”, affermando la necessità di indicare un metodo di lavoro utile a educatrici e insegnanti  che vogliono sfruttare le caratteristiche insite nel gioco libero per educare i bambini alla semplicità, alla bellezza, alla cura, all’ascolto di sé e dell’altro e soprattutto all’attenzione verso i particolari. Devono essere in primis gli adulti a riscoprire la meraviglia dello stare fuori, in spazi verdi, immersi in quella  natura che ancora oggi riesce ad  offrire tanti spunti per apprendere giocando; non è più possibile vivere nell’idea di pericolo e di rischio dello star fuori, confinando l’infanzia in  luoghi chiusi, in stanze asettiche, davanti a uno schermo televisivo, a un tablet o computer. Serve ri-scoprire l’importanza di spazi aperti, l’utilizzo di materiali naturali e dei tempi giusti che tengano conto dei bisogni di crescita di ciascun bimbo/a.
Gli spazi in e out integrandosi possono diventare luoghi di apprendimento significativi per grandi e piccini, metodo che appare oggi più che mai efficace per sviluppare una didattica innovativa, stimolante e sicura.

 L’impegno di nidi e scuole e in generale quello di educatori ed insegnanti, deve essere quello di promuovere l’amore per la natura, poiché «solo chi ha imparato a conoscerla proverà a difenderla e la difenderà solo chi ha potuto frequentarla ed esplorarla e per questo l’amerà.

Bisogna ripensare a come portare fuori i bambini, oltre la porta dell’aula;  staccarli da quelle sedie che li inchiodano ore ed ore a stare seduti  al chiuso di fronte a schermi televisivi o pc.  Tuttavia non basta aprire la porta e farli uscire, è necessario mostrare a loro la ricchezza che la natura offre e il benessere psico-fisico che questa può offrire loro. 


Due testi davvero interessanti che consentono di riflettere sulla fattibilità di un modello educativo alternativo e naturale, quello dell’outdoor education, ricco di elementi educativi da considerare e valorizzare.

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