In questo articolo vi voglio parlare di un tema a me molto caro, quello della gentilezza e dell’esser gentili e proprio in occasione della giornata mondiale della gentilezza del 13 novembre, che si fa più vicina, ho pensato di approfondire l’argomento presentandovi il mio kit educativo coltiviamo la gentilezza, che vi spiegerò meglio nei paragrafi sottostanti.
Spiegare la gentilezza ai bambini
Credo che oggi questa dimensione umana debba essere recuperata perché un atto gentile può cambiarti la giornata e perché no, anche la vita.
Essere gentili significa, quindi, essere in possesso di una sensibilità empatica straordinaria, che consente di metterti nei panni dell’altro, vivere ciò che l’altro sta provando, ma con la consapevolezza, però, di dover compire un’atto d’amore nei suoi confronti, per migliorare la sua esistenza in quel momento.
La gentilezza si può in breve definire come l’espressione empatica di un gesto simbolico di vicinanza nei confronti dell’altro.
In questi termini è difficile spiegare la gentilezza ad un bambino e pensare che questo capisca un concetto così attratto e lontano dal suo mondo, fatto di giochi e filastrocche.
Per tale motivo ho condotto una ricerca che ha portato sulla mia scrivania un bellissimo albo illustrato, di
Britta Teckentrup, “Il seme della gentilezza”, che ha a tema proprio la gentilezza e leggerlo rappresenta un modo semplice, efficace e divertente per spiegare l’idea di gentilezza ai bambini e trarne anche attività educative.
Come spiega questo splendido albo illustrato:
tutto comincia con una crepa che a malapena vediamo. Succede quando urliamo o se discutiamo. Parole di rabbia possono aprire crepe fra le persone e allontanarle, ma non è difficile scoprire come piccoli gesti di gentilezza tengono lontana l’oscurità e fanno germogliare splendidi fiori.
Si tratta di una lettura davvero piacevole da condividere con i vostri piccoli e che cela un’importante messaggio morale: imparare ad essere gentili, con gli altri e con noi stessi.
Il primo passo per educare alla gentilezza, infatti, è proprio partire da sé stessi.
Mi spiego meglio, bisogna prima essere gentili con sé stessi, imparare a chiedere aiuto quando se ne ha di bisogno, ascoltarsi, riconoscersi e potenziarsi. Questo lavoro di attenzione alla cura del sé ci permette di stare in pace con ciò che siamo e, dunque, ci fa stare bene.
Il benessere è infatti una prima condizione della gentilezza, perché quando siamo sereni, felici e in pace con noi stessi riusciamo a far uscire il nostro lato migliore ed essere gentili anche con gli altri.
Solo quando otteniamo un equilibrio di benessere interiore riusciamo ad esprimere i nostri sentimenti positivi attraverso atti gentili nei confronti del prossimo.
A tal proposito Johann Wolfgang Goethe, scrittore e filosofo, ha spesso parlato della gentilezza, in questi termini:
“La gentilezza è la catena forte che tiene legati gli esseri umani”.
Gli atti gentili, infatti, creano legami ed uniscono tutti, uomini e donne, grandi e piccini; poiché la gentilezza è qualcosa di contagioso promuove altrettanto atti gentili.
La gentilezza, quindi, non deve essere relegata al semplice perimetro di un buon comportamento e costume, ma dobbiamo intenderlo un vero strumento, il più importante, per la creazione e il buon mantenimento delle relazioni umane.
Insegnare la gentilezza ai bambini, un impegno che inizia coltivando il buon esempio
La gentilezza va insegnata ai bambini fin dalla tenera età, perché rappresenta una caratteristica indispensabile della persona umana virtuosa.
Per insegnare i bambini ad essere gentili non esiste un metodo universale e valido per tutti, ma è possibile seguire alcuni consigli e indicazioni per indirizzarli gradualmente alla gentilezza.
Prima di ogni cosa bisogna partire dal buon esempio in famiglia e dalla rottura dello schema “tutto è mio, solo mio“.
Il bambino deve comprendere il valore della condivisione prima in famiglia e poi in ambito extrafamiliare, quando ad esempio inizia a frequentare il nido e la scuola e si ritrova a rapportarsi con i primi amichetti e compagnetti.
Fateci caso, che i figli di persone poco gentili, o maleducate, sono spesso come proprio come i genitori; ma non è una colpa da rimproverare ai più piccoli, in quanto ciò che manca è il giusto esempio da parte della famiglia.
In una casa in cui mancano atti gentili i bambini non potranno certo imparare la gentilezza!
L’esempio, a partire dai piccoli gesti, diventa essenziale e crea un clima giusto in casa per respirare l’aria salubre della gentilezza.
Essere gentili, per i bambini, non è facile ed immediato perché significa contrapporre al modello conosciuto dell’egoismo, quello più lontano del paradigma della gentilezza.
Piccoli gesti possono contribuire a questo cambio di prospettiva nell’età infantile, ad esempio, condividendo i giochi con i propri fratellini, o ancora, condividendo la merendina con il proprio compagnetto di banco. Si tratta di piccoli gesti che educano e orientano alla gentilezza.
Come si evince dall’albo:
La gentilezza ci rende persone migliori.
Fa stare bene, ci fa amare dagli altri e consente di essere in armonia.
Una parola gentile è come un seme.
Piantato dalla prima azione continua a crescere e più la gentilezza muove le nostre vite più il seme si trasforma in germoglio e diventa un albero alto.
Ed ecco che la nostra gentilezza ha generato qualcosa di duraturo, di eterno che non soccombe davanti a parole di rabbia o a momenti di cattiveria.
Il seme della gentilezza è un albo straordinario perché riesce a rendere visivamente, grazie alle sue illustrazioni, il significato della gentilezza.
Infatti, in ogni pagina vi è al centro una sagoma che rappresenta appunto l’albero della gentilezza e ad ogni pagina l’albero diventa sempre più grande così che il lettore possa visivamente guardare quale sia il risultato di un comportamento gentile.
La gentilezza è qualcosa di straordinariamente bello perché è un gesto semplice, che non facciamo per noi, la gentilezza in quanto tale è sempre indirizzata agli altri e nel libro questo è ben rappresentato perché il seme comincia a germogliare e si trasforma in albero solo quando siamo tutti uniti.
Attività educative
Proprio la lettura di questo albo è stato per me fonte di ispirazione per la progettazione di attività educative da proporre a bambini e ragazzi per stimolare in loro l’idea che la gentilezza può essere promossa e incentivata come atteggiamento che consente la vita sociale e affettiva di tutti.
Un kit educativo incentrato sulla gentilezza, che promuove e stimola bambini e ragazzi a fare riflessioni e atti gentili, tutte attività che aiutano a comprendere e apprendere cosa sia la gentilezza.
Si tratta del kit educativo coltiviamo la gentilezza, un insieme di attività pedagogiche che stimolano, bambini e ragazzi, a fare riflessioni e atti gentili, promuovendo in tal modo lo sviluppo delle loro abilità sociali. Un percorso di educazione alla gentilezza, pensato per bambini dai 7 anni in su, che li condurrà passo dopo passo a coltivare il seme della gentilezza, essere più empatici e responsabili circa l’impatto che le loro azioni hanno su di sé e sugli altri.
Potete ottenere il kit e visionare le istruzioni in anteprima!